lunedì 18 marzo 2013

Che sensazione di leggera follia. I primi giorni di Papa Francesco

Chiesa- Non si è ancora formalmente insediato. Non è passata nemmeno una settimana. Non possiamo ancora dire di conoscerlo, di averlo compreso, inquadrato, ma diciamocelo, Papa Francesco ha già conquistato tutti. Vorrei provare a spiegare il perché, o quantomeno vorrei provare a dare la mia interpretazione.
 

Diciamocelo onestamente, non avevamo molta fiducia nei Cardinali Elettori. Età media attorno ai 75 anni, qualcuno con problemi di salute, insomma li vedevamo come una realtà in parte lontana dalla vita reale della gente, dalle problematiche della Chiesa. Si parlava di scontri, fazioni, si temeva un conclave lungo sintomo di divisioni, eppure prima sorpresa i Cardinali hanno scelto un Papa seppur  non giovanissimo, giovane nello Spirito. (E, perdonatemi la parentesi politica, ma una assemblea di anziani ha con saggezza ed in poco tempo compiuto una ottima scelta, mentre vediamo un paese politicamente bloccato tra mille veti incrociati).
 

Una volta eletto Papa, di primo impatto ci ha colpito la sua simpatia e semplicità. Banalmente, potremmo pensare che queste due caratteristiche sono doni innati. Se in parte è vero, essere semplici e simpatici è una scelta, una volontà personale. Bergoglio è un Gesuita, i gesuiti sono famosi per il loro rigore teologico e la loro cultura, ma appare evidente la volontà di Francesco di presentarsi con parole semplici, di impatto immediato. Come hanno sottolineato in molti, soprattutto i pellegrini che hanno avuto la fortuna di incontrarlo, Francesco si presenta più come un Parroco che come il Papa. Quei bravi parroci che conoscono ad uno ad uno i loro fedeli, che alla fine della messa li salutano, che sanno vita morte e miracoli dei loro parrocchiani, che vivono per la parrocchia. (E qui, scusate la parentesi familiare, non posso non pensare a mio Zio Enzo, parroco per quasi 70 anni nella Parrocchia di San Domenico a Salerno, persona che a dieci anni di distanza dalla sua morte è ancora ricordato con enorme affetto da tutti).
 

Ha colpito molti il suo rifiuto, quasi fastidio, per gli elementi della tradizione e della pomposità del ruolo. Mi spiego. Ha rifiutato la macchina ufficiale, si è vestito nel modo più semplice possibile, è uscito a salutare i pellegrini, infrangendo regole consolidate sia per la sicurezza, sia per la tradizione. Non vedo la sua come una critica ai predecessori, non penso sia un segno di disprezzo verso la tradizione, credo voglia con i suoi gesti sottolineare l’essenzialità della fede cristiana. In questo senso si richiama davvero a San Francesco ed al suo vivere il Vangelo Sine Glossa (senza aggiunta). Ha colpito me e tanti la sua frase “Come vorrei una Chiesa Povera tra i Poveri”, frase che simboleggia il richiamo ad una Chiesa meno istituzione di potere e più Casa di Dio tra le genti, Casa aperta ai poveri.
 

Tutti questi elementi hanno contribuito a creare un clima di simpatia, ma direi di festa, di gioia condivisa nella Comunità Cristiana. E’ come se si fosse riaccesa una fiamma nel cuore di tanti, che vivevano la loro fede magari in maniera spenta, dimessa, quasi sottotraccia. Pare invece esserci nell’aria un nuovo entusiasmo che ha contagiato tanti, una nuova linfa vitale che percorre il popolo dei fedeli. Non sappiamo questo cosa comporterà, ma è sicuramente un fatto positivo. Aggiungo, per quel poco che ho visto di persona, Papa Francesco ha conquistato anche tanti non credenti, o soprattutto tanti credenti che si sentivano però distanti dalla Chiesa come Istituzione, e questo è sicuramente un fatto positivo.

E non è passata neppure una settimana……..

In chiusura, queste riflessioni potrebbero sembrare un elogio a Francesco e di conseguenza una bocciatura dei suoi predecessori. Non è affatto così, ognuno ha avuto il suo ruolo, il suo valore, la sua importanza, ognuno ha interpretato il suo tempo, ma è un tema lungo….che sarà trattato nel prossimo articolo.

Mario Scelzo

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