mercoledì 20 marzo 2013

L'elezione del nuovo pontefice e la voglia di comunità

Chiesa- Abbiamo tutti negli occhi le immagini della Messa di inizio pontificato di Papa Francesco, gesti e parole bellissime, che ci hanno colpito e commosso. Potremmo parlarne a lungo, gli spunti sono infiniti, ma vorrei concentrarmi su un elemento particolare, che provo a chiamare voglia di comunità.
Il concetto che vorrei provare ad esprimere è che l’elezione di Francesco ha riacceso una passione comunitaria, un gusto per lo stare insieme, una gioia che nasce dall’incontro e non dall’isolamento. Ieri ero in Piazza San Pietro, e si percepiva un clima di festa, un sentimento di comunione pur tra genti differenti, provenienti da molti paesi del mondo. La mia tesi è che la gente ha voglia di comunità, ha voglia di eventi che creino comunione, e che l’inizio del Pontificato di Bergoglio sia portatrice di un clima di comunione.

Mi scuserà il grande sociologo Zygmunt Bauman se condenso il suo pensiero in poche righe. Bauman ha coniato l’espressione modernità liquida, per sintetizzare come nella nostra epoca siano crollate le solide certezze del Novecento. Penso alla solidità della Chiesa, della Famiglia, del Partito come luogo di incontro, dei Sindacati, luoghi o reti che erano punti fermi per la vita di tanti, certezze, luoghi di incontro e discussione, basi solide su cui costruire una vita. Anche il luogo di lavoro era spesso una certezza, sembra che parlo del medioevo ma i nostri genitori spesso hanno svolto per tutta la vita lo stesso lavoro. Si intende per modernità liquida il crollo o comunque l’allentamento dei legami e delle reti sociali, oggi tutto è precario, è temporaneo, dal lavoro quando c’è, alla famiglia non più cosi solida, dei partiti non ne parliamo, anche la Chiesa ha subito questo processo. Si sono allentate le reti sociali, quelle che tengono insieme una Nazione, una Comunità, questo contribuisce al senso di disagio che spesso accompagna le giovani generazioni.

Questo clima è amplificato dai social network e dai nuovi media, che tendono a farci vivere come tante isole separate, oggi la tecnologia ci permette di connetterci senza incontrarci. Non voglio demonizzare i social network (ne sono un grande fruitore, poi se mi state leggendo lo state facendo probabilmente su un computer), che hanno un grande valore di condivisione, di mettere in rete, ma c’è il pericolo che possano contribuire ad aumentare la solitudine di tanti. Il quadro che emerge, per fare un esempio, quello che Weber chiamerebbe un tipo ideale, è di un adolescente con una famiglia di genitori separati, che passa ore davanti ad un Pc e non ha legami concreti con un gruppo, una associazione, un partito, una comitiva.

Vi starete chiedendo, cosa c’entra questo col Papa?

C’entra, perché il clima di festa di questi giorni ci ha fatto uscire di casa, ci ha fatto incontrare, ci ha fatto parlare, scambiare opinioni, ci ha fatto gioire, ci ha fatto ritrovare insieme. Credo che il mondo moderno ha bisogno di incontro, di comunità, di gente che si guarda in faccia, ed eventi come l’inizio Pontificato hanno il potere di vincere la nostra pigrizia e di farci superare l’istinto di solitudine, per poter fare festa insieme.

L’ultima riflessione. Oggi le Piazze rischiano di scomparire, soppiantate dai moderni centri commerciali, luoghi spesso anonimi ed isolati, in periferia, luoghi inaccessibili agli anziani, lontani dai bambini. Luoghi che io sento freddi, come a volte può essere fredda la Piazza virtuale dei social network, se poi non è accompagnata dall’incontro reale.

Ci siamo invece incontrati in Piazza San Pietro, uno dei luoghi più belli del mondo, ma, in generale, quanto sono belle le Piazze delle nostre Città Italiane ed Europee, piazze che sono luoghi di incontro, spazi aperti e condivisi, luoghi belli nel cuore della città, dove magari seduti al tavolino del Bar si parla, si legge il giornale, si discute, piazze spesso abbellite da una Basilica. Penso alla festa della Domenica, con le sane abitudini che si stanno perdendo come il partecipare prima alla messa e poi la sosta in Pasticceria per rendere più appetitoso il pranzo domenicale con tutta la famiglia. Piazze che sono luoghi di incontro, scrivo da Roma, pensate alla bellezza di Piazza Navona, di Campo dei Fiori, di Santa Maria in Trastevere, di Santa Maria Liberatrice, pensate a quanti ricordi evoca Piazza San Giovanni per credenti e non credenti.

Ben venga allora un Papa che ci riporta nelle Piazze e che ci richiama ad una dimensione comunitaria della vita. Il suo richiamo di oggi a prendersi cura dei deboli, dei piccoli, degli anziani, è un ennesimo richiamo al vivere non come singoli individui, ma come cittadini del mondo, membri di una Comunità.

Mario Scelzo



Nessun commento:

Posta un commento