mercoledì 17 ottobre 2012
Per Sant'Egidio è sempre possibile fare la pace in Africa
Era il 4 ottobre 1992. A Trastevere, nel cuore di Roma, dopo lunghe trattative veniva firmato l'accordo di pace che poneva fine alla terribile guerra civile mozambicana, costata un milione di morti. "L'accordo di pace firmato vent'anni fa fu il frutto di "una rara miscela di cooperazione tra uno Stato, l'Italia, che aveva un grande prestigio in Mozambico, e attori non governativi". Con queste parole Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, ha ricordato alla Farnesina, nell'ambito del workshop internazionale 'Promuovere la pace e la sicurezza in Africa, la lezione appresa dal Mozambico', la lunga mediazione italiana che portò alla storica pace nel Paese africano, lodata all'epoca dal segretario dell'Onu Boutros Boutros-Ghali come "una miscela, unica nel suo genere, di attività pacificatrice governativa e non".
In occasione delle celebrazioni a Roma per il ventennale dell'accordo, Impagliazzo ha ripercorso tutte le fasi della mediazione, lunga 27 mesi, portata avanti nella sede della comunità trasteverina da "quattro mediatori ufficiali, rappresentanti la chiesa mozambicana, la Comunita' di Sant'Egidio e un ex sottosegretario agli Esteri italiano: monsignor Jaime Goncalves, Andrea Riccardi, Matteo Zuppi e Mario Raffaelli".
"Il felice esito di quella vicenda atipica per la diplomazia internazionale ci consegna un messaggio semplice e profondo allo stesso tempo: la pace è possibile - ha sottolineato Impagliazzo, ricordando come "l'accordo di pace e' stato firmato ed e' stato rispettato. La pace ha tenuto''. Per Impagliazzo da questa vicenda della sua storia "l'Italia riscopre una vocazione, quella di un Paese non percepito come invasivo o indifferente ma che può fare la differenza, coniugando la tradizione democratica europea con le sue eccellenze di pace e di dialogo''.
Il Ministro per la Cooperazione internazionale e l'Integrazione, Andrea Riccardi, che della Comunità di Sant'Egidio è il fondatore ed ha partecipato come mediatore alle trattative, ricevendo il ministro degli Esteri e della Cooperazione del Mozambico Oldemiro Baloi ha affermato che''La pace in Mozambico, siglata aventi anni fa a Roma, e' diventata un modello internazionale: fu un successo collettivo, costruito insieme dalla Comunita' di Sant'Egidio, dal governo italiano e dalle parti in lotta''.
Riccardi ha aggiunto: ''Il Mozambico vent'anni fa era il Paese piu' povero del mondo, secondo l'indice di sviluppo umano. La guerra aveva provocato un milione di morti e quattro milioni di rifugiati. La pace di questi vent'anni ne ha fatto uno dei Paesi emergenti in Africa. Quando iniziammo il negoziato erano in pochi a crederci: tutte le cancellerie europee pensavano fosse un'impresa impossibile. Ma in una sinergia di sforzi, istituzionali e non istituzionali, si raggiunse il traguardo. Gli accordi di pace in Mozambico hanno costituito e ancora costituiscono oggi un esempio a cui si ispirano coloro che si occupano di conflitti e crisi sulla scena mondiale''.
Per approfondire:
Il dossier sulle trattative per la pace in Mozambico curato dalla Comunità di Sant'Egidio
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