martedì 9 ottobre 2012

L'attentato alla sinagoga di Roma e l'uccisione di Stefano Tachè

Il 9 ottobre 1982, un commando di terroristi palestinesi assalì i fedeli che uscivano dalla Sinagoga. Erano le 11,55 di sabato mattina come altri. Il cuore del ghetto di Roma aveva già visto il sangue dei suoi abitanti sparso molti anni prima, dai nazi-fascisti, il 16 ottobre del 1943 quando un migliaio di ebrei romani furono rastrellati e spediti nei campi di concentramento da cui tornarono  sedici uomini e una donna, nessuno dei duecento bambini.

E ancora una volta ad essere colpito dalla furia cieca della violenza fù un bambino. Si chiamava Stefano Gay Tachè. Forse si accorse anche lui di quell'uomo distinto che distribuiva sorrisi sul marciapiede opposto. Poi la tragedia. Abu Nidal, questo il nome del terrorista, lanciò prima una granata che colpì in pieno i fedeli che uscivano dal tempio. Poi altri tre terroristi iniziarono a sparare all'impazzata. In 37 caddero feriti sotto i colpi sparati e le schegge. Il piccolo Stefano, di soli tre anni, fu la prima vittima della violenza antiebraica in Italia dalla sconfitta del nazifascismo nel 1945. Il fratello ha ancora una scheggia nell’occhio e i tanti che quel giorno restarono feriti sopportano tuttora le conseguenze fisiche e psicologiche di quel vile attentato. L’autore di quell’attentato è Abu Nidal. Il suo storico protettore si chiamava Muammar Gheddafi.

Degli attentatori ne venne individuato solo uno e venne arrestato in Grecia e successivamente estradato in Libia nonostante le richieste di estradizione avanzate dall'Italia. Dal momento dell'estradizione si è persa qualsiasi traccia dell'attentatore.

Il 13 aprile 1986, Giovanni Paolo II si recò in visita al Tempio Maggiore, accolto dal presidente della Comunità ebraica di Roma Giacomo Saban e dal rabbino capo Elio Toaff. Nel suo discorso definì gli ebrei "... i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori"; il pontefice si ricordò di questa visita nella scrittura del suo testamento.

Domenica 7 ottobre 2007, l'allora sindaco di Roma Walter Veltroni ha inaugurato la nuova intestazione a Stefano Gay Taché della piazza all'incrocio tra Via del Tempio e Via Catalana.

Il prossimo 16 ottobre si terrà la marcia silenziosa in memoria della deportazione degli ebrei romani, promossa dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla Comunità Ebraica di Roma, e che ripercorrà a ritroso la strada fatta dai camion nazisti per portarli fuori dal ghetto, da Santa Maria in Trastevere, attraversando l'isola Tiberina, per giungere fino a Largo 16 ottobre 1943.

Per approfondire:
Intrigo internazionale. Perché la guerra in Italia. Le verità che non si sono mai potute dire
di Fasanella Giovanni; Priore Rosario, Chiarelettere 2010

Roberto Bortone