Ennesima domenica di sangue in Nigeria. Un uomo guida una macchina quasi fino all’interno della Chiesa dedicata a Santa Rita a Kaduna, nel Nord del Paese, poi si fa esplodere. Il bilancio è terribile 8 morti e 145 feriti. L’attentato non è stato rivendicato ma si pensa che dietro la terribile violenza ci sia la mano della setta islamica Boko Haram, molto vicino a Al Quaeda.
Ma non basta. La violenza chiama violenza. Dopo l’attentato è scattata una caccia all’uomo: un gruppo di cristiani si è riversato nelle strade con coltelli e bastoni uccidendo due passanti, dando poi fuoco ad una terza persona.
La verità è però che laviolenza nello Stato africano, contro i cristiani, ormai quasi non fa più notizia. Dal 2010 a ieri ci sono stati decine di attentati, soprattutto nel nord del Paese, ad opera di terroristi islamici. A dicembre del 2010, a Natale, alcuni attacchi nelle chiese, con fedeli riuniti per festeggiare il Natale, avevano fatto 86 vittime. Da allora l’escalation di violenza non si è mai fermata. Secondo alcune fonti solo nel 2012 Boko Haram avrebbero ucciso 700 persone.
Proprio sul dovere di ricordare e far conoscere quanto sta accadendo in Nigeria, è intervenuto il Ministro della Cooperazione Internazionale ed Integrazione, Andrea Riccardi, che nel corso di una trasmissione radiofonica di Radio1, ha spiegato: “Noi e la comunità internazionale dobbiamo essere attenti, non dimenticarci delle situazioni come quella nigeriana, non abituarci al loro dolore e alla loro sofferenza e intervenire con gli strumenti della comunità europea. Ci sono tanti Paesi dove la minoranza cristiana soffre, penso al medioriente e all'Asia, noi cerchiamo di monitorare tutto e intervenire come e dove si può.”
Mentre il Ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, in una nota ufficiale afferma, “Siamo di fronte all'ennesimo, odioso attentato che colpisce i cristiani proprio nel giorno della festa religiosa. La condanna deve essere la più ferma perché questi atti vili colpiscono la coscienza di tutti coloro che si battono contro la violenza e per il rispetto della libertà di religione”
Il vice presidente del Senato Vannino Chiti, nel corso di un'iniziativa a Pisa, ha sostenuto che “Dobbiamo far sentire la nostra voce di fronte a ogni forma di violenza fatta in nome della religione, così come per esempio accade ormai da diverso tempo in Nigeria. Il dialogo non ha alternative. Se non si segue questa strada si determina una distruzione della società”.