Indubbiamente il voto per le regionali in Sicilia dovrebbe far riflettere i partiti. Il primo dato, arrivato già nella tarda serata di domenica, è la forte astensione. Nel 2008, quando a vincere fu Lombardo, si recarono nei seggi elettorali il 66.7% degli aventi diritto (va però ricordato che si votava anche di lunedì), domenica ha votato solo il 47.4%, quindi il vero vincitore delle elezioni è l’astensione. Un dato così preoccupante in Sicilia non si era mai registrato (il dato peggiore prima di questa tornata era il 59.2% del 2006, elezioni vinte da Totò Cuffaro). A questo dato, già di per se preoccupante, andrebbero aggiunti i voti avuti da Giancarlo Cancellieri, candidato alla presidenza della Regione Sicilia per il Movimento 5 Stelle. I grillini portano all’Assemblea Regionale 15 deputati (il Movimento prende il 14.9% diventando di fatto il primo partito in Sicilia e Cancellieri prende il 18.2% dei voti, dietro solo a Crocetta e Musumeci), intercettando il voto di protesta rispetto ai partiti tradizionali che negli ultimi anni hanno governato la regione. È la lista legata al comico genovese quindi la vera vincitrice delle regionali in Sicilia, nel 2008, praticamente agli albori del laboratorio del Movimento 5 Stelle, i girllini presero 1.7%.
Sulla carta ha vinto Rosario Crocetta. Sarà lui a guidare la prossima giunta. Ma, leggendo bene il dato, Crocetta potrebbe avere più di un problema nel governare la regione non avendo la maggioranza nel Consiglio. I partiti che lo appoggiano, due liste civiche più il PD e l’UDC, hanno raccolto in totale 39 seggi, la maggioranza è di 46 seggi. Per governare probabilmente si alleerà con l’ex berlusconiano Gianfranco Miccichè (15.4% dei voti con una coalizione che porta all’Assemblea 15 deputati). Ma c’è un aspetto che potrebbe sembrare quasi comico: domenica il neo governatore siciliano ha preso poco più del 30% dei voti, percentuale molto simile a quella presa, quattro anni fa, da Anna Finocchiaro. Di più, nelle liste di Crocetta ci sono gli stessi esponenti del PD che nell’ultimo periodo hanno appoggiato il governatore dimissionario Raffaele Lombardo (che comunque si è aggiudicato il 9% dei voti, forse determinante per la prossima maggioranza.
Alcuni dati sul tracollo dei partiti
Il PD alle regionali del 2008 aveva oresi il 18.7% con 505.420 voti, domenica non è arrivato a toccare le 200 mila preferenze. Bersani gioisce per la vittoria di Crocetta e parla di risultato storico, ma il suo partito ha dimezzato le preferenze.
Il suo alleato in Sicilia, l’UDC, è passato da 336.826 a 144.142 voti. Tutto questo fa sembrare strano come due partiti che perdono, in termini di voti, così tanto, possano dichiararsi vincitori con termini tipo vittoria “storica” e “rivoluzionaria”.
Il PDL, se era possibile, perde anche di più. In quattro anni perde il 20% dei voti (dal 33% al 12%) passando da poco più di 900 mila preferenze a meno di 200 mila. “Che il PDL avese qualche problema ben prima delle elezioni siciliane era noto a tutti.” È stato il commento di Giorgia Meloni. Ma cosa è successo nel PDL nelle ultime ore? Pochi giorni fa Berlusconi aveva annunciato la sua decisione di fare un passo indietro, di non candidarsi più e dare il suo contributo alle giovani generazioni. E poi? Una condanna di primo grado gli ha fatto cambiare prontamente idea e già sabato lo annunciava in una conferenza stampa, minacciando anche l’attuale governo dei tecnici della possibilità di togliergli la fiducia. Naturalmente questa mossa non ha giovato al segretario del partito, Angelino Alfano, che sulla Sicilia ci aveva messo la faccia. Ma sarà lo stesso Alfano a dichiarare: “L'idea che il Pdl sia diviso tra montiani ed anti montiani e che a capo degli anti montiani ci sia Berlusconi è una rappresentazione assolutamente surreale e a tratti comica. Per quanto ci riguarda il governo Monti va avanti.” Intanto si prosegue la marcia di avvicinamento alle primarie del centro-destra. Sarà interessante capire i candidati e come, il vincitore, si comporterà rispetto al governo che ora appoggia.
3 commenti:
Mi permetto di dire: è mai esistita la buona politica in Sicilia? Ha perso la politica, che forse è sempre stata altro da quella che sarebbe dovuta essere! Da quando la DC comprava i voti, passando per lo strapotere colluso con la mafia di Forza Italia...
Intanto vorrei farle il nome di Pio La Torre, un buon esempio di buona politica siciliana. Poi vorrei solo sottolineare che la mia non voleva essere una riflessione sulla politica sicialian, buona o cattiva che sia, ma una pura statistica: se è andato a votare meno del 50% degli elettori comunque la politica ha perso, buona o cattiva.
Non era una critica al tuo articolo! Mi è venuto in mente ciò e l'ho esposto, tutto qua :)
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