La politica, o meglio i partiti, sono in crisi. Il voto siciliano ha certificato un profondo malessere nei confronti dei partiti tradizionali con un forte astensionismo e la perdita di elettori dei principali partiti, anche quelli che in Sicilia le elezioni le hanno vinte. Ma questo fenomeno è tutt’altro che nuovo. Potremmo ipotizzare che l’inizio del malessere sia avvenuto dopo la pubblicazione de La Casta di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. I due giornalisti del Corriere della Sera hanno descritto, in maniera puntuale e documentata, il costo della nostra classe politica.
La perdita di consenso dei partiti ha avuto poi due conseguenze tangibili solo nell’ultimo anno. Da una parte l’ascesa di Grillo e del Movimento 5 Stelle e dall’altra la nascita del governo tecnico di Mario Monti. Il primo, forse un po’ populista e facendo leva sulla pancia della gente, ha costruito la sua fortuna attaccando i politici e i partiti colpevoli, secondo il comico genovese, di pensare solo ai propri interessi. Il secondo è nato proprio dall’impossibilità dei partiti di affrontare la più pesante crisi economica mai vista dal 29, e, nonostante i forti sacrifici che ci hanno chiamato a fare, continua ad avere un buon gradimento del paese, come lo stesso Monti ha ricordato poche settimane fa.
L’avvicinarsi delle elezioni politiche (a gennaio insieme alle regionali o ad aprile alla fine della legislatura, ancora non si sa) pone allora un problema, riusciranno i partiti politici a riconquistare lo spazio politico che hanno perso negli ultimi anni? Oppure quello stesso spazio politico potrà essere colmato da settori della società civile oggi lontani dalla politica?
Secondo tutti i sondaggi nel prossimo parlamento dovrebbero entrare i grillini e probabilmente potrebbero ritornare in Parlamento forze a sinistra del PD. Ma potrebbero essere al centro le vere novità politiche: il Movimento di Todi e il Manifesto per la Terza Repubblica di Montezemolo ne sono un esempio lampante anche se ancora non sappiamo le loro intenzioni, sono due realtà che stanno prendendo spazio, e l’UDC guarda a loro strizzando l’occhio.
Nei giorni scorsi, dalle colonne del Corriere della Sera, Ernesto Galli della Loggia, con un duro editoriale, critica proprio quei settori della società civile che negli ultimi mesi si stanno affacciando sulla scena politica. Li chiama Notabili a disposizione e ne elenca i nomi: Corrado Passera, Andrea Riccardi, Luca di Montezemolo, Lorenzo Ornaghi, Ernesto Auci, Raffaele Bonanni.
La critica maggiore che muove Galli della Loggia verso questi presunti notabili è il silenzio rispetto a temi specifici, “uno soltanto dei tanti problemi con cui ci troviamo alle spese”. Galli della Loggia fa due esempi, la carriera dei magistrati e i matrimoni omosessuali, peccato che tra i notabili citati ci sono esponenti dell’attuale governo che problemi concreti, molto di più concreti della carriera dei magistrati, li stanno affrontando, e poi ci sono sindacalisti e imprenditori che quotidianamente affrontano problemi inerenti il lavoro e la’economia.
Stupiscono poi le conclusioni dell’editorialista del Corriere con una fantasiosa citazione del notabile: “Voi mi dovete eleggere non per ciò che io penso o propongo (quasi sempre nulla), ma per ciò che io sono. Per il mio “rango”. Che non deve essere certo riconosciuto da voialtri, insignificante plebe elettorale. Basta che lo facciano i miei pari: a voi, al massimo, non resta che sottoscrivere”. Ma è il gioco della democrazia, se nasce un partito intorno al Manifesto per la Terza Repubblica (il prossimo 17 novembre ne sapremo di più) o al movimento di Todi sarebbero personaggi della società civile che si mettono in gioco, nello stesso manifesto si criticano molto i partiti tradizionali, ma sarà la gente a decidere se fidarsi si loro piuttosto che di Bersani e Alfano. Michele Salvati, rispondendo sempre sul Corriere a Galli della Loggia, ribalta il problema chiedendosi: “Come mai la politica presenta oggi per la loro chiamata?” e sottolinea: “La presenza dei “notabili a disposizione” dipende dal fallimento della politica dei partiti e dei politici di professione e della reazione popolare nei loro confronti.”
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