mercoledì 17 aprile 2013

L'ultima barbarie: 25 anni fa le Brigate Rosse uccidevano Roberto Ruffilli

''L'odio e la violenza terroristica'' hanno colpito ''la sua determinazione nel portare avanti un progetto politico riformatore capace di superare visioni esclusivamente ideologiche e di rafforzare, ammodernandoli, i principi alla base del sistema democratico''. Ai giovani ''va trasmessa la consapevolezza del valore della sua eredita''.

Con queste parole il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha voluto ricordare ieri Roberto Ruffilli, nel 25esimo anniversario della sua barbara e macabra uccisione ad opera di un gruppo di terroristi provenienti  dalla fazione militarista delle Brigate Rosse. Con la sigla BR-PCC (Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente, adottata dalle BR  alla fine del 1981), dopo aver firmato nel 1986 l'omicidio dell'ex Sindaco di Firenze Lando Conti, con l'uccisione del senatore DC Roberto Ruffilli, il terrorismo rosso chiude nel sangue la stagione di piombo degli anni '80.


Ruffilli era appena rientrato nella sua casa di Forlì quando due finti postini suonarono alla porta della sua abitazione con la scusa di recapitargli un pacco postale; entrati nell'abitazione, lo condussero nel soggiorno, dove lo fecero inginocchiare accanto al divano per poi ucciderlo con tre colpi di pistola alla nuca.
Dopo una telefonata al quotidiano la Repubblica, nel giorno stesso dell'assassinio, alle 10.40 del 21 aprile fu ritrovato, in un bar di via Torre Argentina a Roma, un volantino rivendicante l'uccisione, che esordiva così:
« Sabato 16 aprile un nucleo armato della nostra organizzazione ha giustiziato Roberto Ruffilli, [...] uno dei migliori quadri politici della DC, l'uomo chiave del rinnovamento, vero e proprio cervello politico del progetto demitiano, teso ad aprire una nuova fase costituente, perno centrale del progetto di riformulazione delle regole del gioco, all'interno della complessiva rifunzionalizzazione dei poteri e degli apparati dello Stato. Ruffilli era altresì l'uomo di punta che ha guidato in questi ultimi anni la strategia democristiana sapendo concretamente ricucire, attraverso forzature e mediazioni, tutto l'arco delle forze politiche intorno a questo progetto, comprese le opposizioni istituzionali. Firmato: Brigate Rosse per la costituzione del Partito Comunista Combattente »

Il professor Roberto Ruffilli, allora 51 enne, era considerato un bersaglio importante per l'impegno che, come consulente di Ciriaco Demita, leader Dc, stava dando alla riforma dello Stato. Per il suo omicidio furono condannati all’ergastolo: Fabio Ravalli, Maria Cappello, Franco Grilli, Stefano Minguzzi, Tiziana Cherubini, Franco Galloni, Rossella Lupo, Antonio De Luca, e Vincenza Vaccaro.

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