POLITICA - Nonostante sia stato il Partito più votato, con la maggioranza alla Camera dei deputati, il partito che, pur non avendo vinto, comunque non ha perso, sta vivendo, nel panorama politico italiano, il peggior momento della sua (breve) storia. Mai, come in questi ultimi giorni, infatti, all’interno del Partito Democratico si era visto attacchi feroci tra i suoi esponenti.
Intervistato dal TG5 il sindaco di Firenze parte all’attacco del segretario del suo partito “ho soltanto detto insieme a tanti altri, persino la Cgil , che bisogna fare presto.” È l’incipit del ragionamento renziano, che poi attacca “Mi spiace che destini personali di Bersani siano più importanti.” E poi boccia l’eventuale candidatura di Marini e Finocchiaro al Quirinale. Da li giro di dichiarazioni all’interno del PD; Fassina su Repubblica: “Renzi continua a far prevalere le sue pur legittime aspirazioni personali rispetto agli interessi del paese e mi sembra irresponsabile. Ormai è evidente che i sondaggi creino deliri di onnipotenza.” Ma è la Finocchiaro ad essere la più dura: “Trovo che l'attacco di cui mi ha gratificato Matteo Renzi sia davvero miserabile, per i toni e per i contenuti.” poi aggiunge “E trovo inaccettabile e ignobile che venga da un esponente del mio stesso partito.”
Naturalmente sulla corsa al colle più alto di Roma si gioca una partita importante e determinante per gli assetti politici futuri. Trovare un nome condiviso con il PDL sarebbe un primo passo verso quell’inciucio di cui molti elettori del centro sinistra hanno paura, ma sarebbe il modo per sondare il terreno a destra poter per un eventuale governo di larghe intese che molti chiedono a sinistra (come Massimo D’Alema, in corsa anche lui per il Quirinale con alto gradimento da parte di Berlusconi). Ma per il PD si potrebbe invece profilare un muro contro muro con il PDL e optare per l’ex premier e padre nobile del PD, quel Romano Prodi che impaurisce tanto Berlusconi. Il nome dell’ex premier era uscito anche dalla prima tornata delle quirinarie (le votazioni on-line di Grillo) e magari sul suo nome il MoVImento 5 Stelle potrebbe decidere di convogliare i suoi voti.
Intanto la vita politica di Bersani sembra segnata. A meno di ricevere un mandato pieno dal successore di Napolitano, ma questo sembra improbabile, Bersani non dovrebbe essere il prossimo candidato del centro sinistra. E all’interno del partito c’è già chi si prepara al prossimo congresso, richiesto a gran voce da più di un esponente appena sarà superata questa delicata fase. A candidarsi alla successione del segretario c’è già Fabrizio Barca, con un lungo e, alle volte, complicato documento, messo in rete appena 24 ore dopo aver preso la sua prima tessera. Il ministro del governo Monti ha in mente un partito di sinistra, molto diverso dall’idea che ha Renzi, molto più vicino ai Democratici americani. Forse la convivenza non sarà facile tra i due.
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