POLITICA - Quando il presidente del Consiglio Mario Monti ha deciso di “salire” in campo, ai suoi alleati ha chiesto chiaramente, nel compilare le liste, di utilizzare due criteri molto precisi, fedina penale pulita e un tempo relativamente breve nelle stanze dei bottoni, naturalmente con qualche deroga.
Così Pier Ferdinando Casini ha dichiarato “Sulle liste abbiamo fatto un ottimo lavoro, abbiamo liste pulite e per alcuni versi abbiamo fatto anche qualche ingiustizia. Ma abbiamo preferito fare qualche ingiustizia piuttosto che avere imbarazzi”. A chi si riferiva il leader dell’UDC? A Enzo Carra: “Per me che una persona come Enzo Carra debba uscire dalle liste per una condanna ad un anno in anni delicatissimi per il Paese, mentre tutti sanno che è un galantuomo.” L’ex portavoce di Forlani, in parlamento del 2001, era stato condannato infatti negli anni di Mani Pulite . Discorso diverso invece per Mario Tassone, su di lui sono pesati gli anni trascorsi a Montecitorio, dove è entrato nel 1979 (VIII Legislatura). Come per Renzo Lusetti (eletto a soli 28 anni deputato nell’87) e Luca Volontè (parlamentare dal 1996). Nell’UDC non ci sarà neanche Savino Pezzotta. L’ex segretario della CISL lascia il partito con una forte polemica: “Lascio l'Udc, è un errore non aver modificato l'agenda Monti in senso sociale, ed è un errore anche non aver chiuso fin da subito l'intesa con il Pd per il dopo voto.”
C’è poi un nutrito gruppo di parlamentari uscenti, fuoriusciti dal PDL per sposare il progetto montiano, ma che non hanno trovato posto nelle liste del centro, come Beppe Pisanu, eletto alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1972, o Giorgio Stracquadanio che intervistato da Parorama, con amarezza, dichiara: “Ciao Parlamento? Sì, ma il mio è un ciao che non è un arrivederci perché la vita è lunga e la legislatura può essere breve…. Io non abbandono la politica prima o poi rientrerò in Parlamento.” Non ci sarà Franco Frattini (ex Ministro del Esteri di Berlusconi e molto vicino alle posizioni di Monti, ma per lui si vocifera un posto importante nella NATO), o Alfredo Mantovano (già sottosegretario agli Interni con B., molto vicino a Monti, ma che torna a fare il magistrato).
Non rinuncia naturalmente ad un seggio Casini (entrato in Parlamento nel 1983) ma che punta al Senato (con il desiderio di diventarne il Presidente), ma anche Rocco Buttiglione (parlamentare dal 1996) e Lorenzo Cesa. Al Senato, nella lista di Monti, in Lombardia il professore cala il tris: Pietro Ichino (deputato nell’VIII Legislatura come indipendente del PCI e Senatore nell’ultima con il PD), Mario Mauro (mai eletto in parlamento ma con tre mandati in Europa nelle file del PDL) e Gabriele Albertini (prima sindaco di Milano con Forza Italia e poi Europarlamentare con il PDL, ha ricevuto l’appoggio di Mario Monti per ambire alla poltrona di Governatore della Lombardia contro Roberto Marroni e Umberto Ambrosoli).
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