POLITICA - Se nel PD la scelta di non ricandidare alcuni esponenti della vecchia classe dirigente è legato soprattutto ad un opportunismo politico nato soprattutto dopo la campagna del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, sulla rottamazione, nel PDL la scelta di far rimanere fuori alcuni parlamentari di questa legislatura è nata intorno alla campagna “liste pulite”. Sembra che alcuni sondaggi in mano a Barlusconi danno una differenza di 2 punti percentuali se nelle liste del PDL ci sono e meno alcuni personaggi che nell’immaginario collettivo sono legati a scandali giudiziari.
Marcello dell’Utri è entrato nel Parlamento italiano nel 1996, una legislazione alla Camera per poi passare al Senato. Su di lui, uomo vicinissimo a Berlusconi, suo segretario personale per molti anni, ha pesato una condanne, non definitiva, per concorso esterno in associazione mafiosa (nei primi due gradi di giudizio è stato giudicato colpevole, mentre la Cassazione ha annullato la sentenza d’Appello e chiesto di celebrare di nuovo il secondo grado). Il suo, come per tanti non ricandidati nel PDL, è un passo indietro per il bene del suo partito “Berlusconi me l'ha chiesto” dichiara il senatore Dell'Utri “ma è stata una scelta mia, ho deciso da solo.”
Ma molte esclusioni nel PDL hanno portato malumori. Alfonso Papa, che durante la legislatura ha scontato 101 giorni di carcere di Poggioreale a Napoli nell’ambito dell’inchiesta sulla P4 (il tribunale di Napoli ha poi ritirato la custodia cautelare per il deputato del PDL). Papa ha dichiarato, dopo la sua esclusione dalle liste del PDL: “Vengono fuori i tratti di un partito a trazione alfaniana, nel quale non mi riconosco affatto dal momento che ben poco rimane del progetto berlusconiano delle origini. In un partito di tale fattura una persona come Enzo Tortora non sarebbe stata candidata".
Decide di fare un passo indietro, anche se polemicamente, Claudio Scajola. Il Deputato ligure dice: “Per la dignità mia e della mia famiglia non sopporto più esami da parte di alcuno sulla mia moralità. Per queste ragioni ritiro la mia candidatura. I miei valori, la mia storia e il mio stile di vita” Prosegue Scajola, “parlano per me. Con buona pace di qualunque arbitro. Per quel che concerne le mie ‘vicende giudiziarie’, tocca ricordare, nero su bianco, che Claudio Scajola ha inanellato solo archiviazioni, proscioglimenti e tanti mal di pancia”. L’addio da parte di Scajola ha però portato non pochi malumori all’interno del PDL ligure, con tanto di minacce di scissione. Motivo del contendere? Ritrovarsi a votare non il loro punto di riferimento politico come Scajola, ma alcuni catapultati da Roma, inseriti in posti sicurissimi, tra i quali Augusto Minzoli.
Ma il parlamentare che sicuramente ha fatto più parlare di se in questi ultimi giorni di trattative sulle liste, è stato Nicola Cosentino. Il deputato campano, su cui spicca un mandato di arresto per presunti contatti con il Clan dei Casalesi, rimarrà fuori dal Parlamento. Nelle ultime ore prima della consegna delle liste era uscito anche un piccolo giallo, un’agenzia di stampa aveva battuto la notizia che Cosentino fosse fuggito portandosi via le liste per la Campagna , notizia poi smentita.
Restano poi fuori dalle liste anche molti ex di Alleanza Nazionale confluiti nel PDL, uno su tutto Mario Landolfi, che, con rancore, dichiara “Contro di noi (ex An, ndr) c'è stato un atteggiamento xenofobo. Nei villaggi se la prendevano con lo straniero, nel nostro partito quando calavano i sondaggi dicevano: è colpa degli ex An”
È più deluso che arrabbiato invece Marcello Pera. Dopo un’attenta riflessione ha deciso di lasciare la politica con una motivazione molto semplice: “Con la presentazione imminente delle liste elettorali termina la mia presenza in politica. La ragione è assai semplice: ritengo che il mio contributo si sia esaurito, anche se non credo che si sia esaurito quel bisogno di rinnovamento, la cosiddetta «rivoluzione liberale», che molti anni fa portò in Parlamento me ed altri come me, i cosiddetti professori di Forza Italia.”
Nel PDL poi, nel caso i sondaggi venissero confermati perdesse le elezioni, i posti a disposizione nella prossima legislatura sarebbero inferiori, e non di poco, rispetto a 5 anni fa.
Infine, sono ben 34 i Parlamentari uscenti del PDL che proveranno ad entrare nella prossima legislatura con più di tre mandati alle spalle (alcuni in posti con buone chance di essere rieletti). Una lista che va da Giancarlo Galan (in Parlamento dal 1994 per tre legislature), a Maurizio Lupi da Sandro Bondi a Niccolò Ghedini(tutti in Parlamento dal 2001), fino a Fabrizio Cicchitto (entrato in Parlamento per la prima volta nel 1976 con il Partito Socialista), Maurizio Gasparri (Nel 1994 entrava in Parlamento con il Movimento Sociale), Carlo Giovanardi (nel 1992 deputato DC) e Maurizio Sacconi (eletto per la prima volta nel 1979 per il Partito Socialista).
Proverà ad entrare per la 10 legislatura Francesco Colucci, 81 anni, entrato in Parlamento per la prima volta nel 1972 per la VI Legislatura , nel Partito Socialista.
Continua…
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