Il profilo FB di Dolores Valandro |
Sui social network spesso si da sfogo ai pensieri più beceri, ma la frase postata oggi da Dolores Valandro va oltre. Commentando un tentato stupro da parte di un uomo di origine africane ha scritto sul suo profilo Facebook: “Ma mai nessuno che se la stupri (riferito al ministro Kyenge), così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato?”. La frase ha fatto il giro del web e provocato l’indignazione di molti. Dolores Valandro, consigliere di quartiere della Lega a Padova e coordinatrice della locale Commissione Sanità, interventi sociali e politiche giovanili, era stata recentemente sospesa dal suo partito per dinamiche interne ma, ha annunciato Flavio Tosi all’ANSA dopo aver appreso la notizia: “Era già sospesa. Stasera sarà espulsa”.
La frase non andrebbe neanche commentata, becera, maschilista, razzista. Ma sono mesi ormai che alcuni esponenti politici e alcuni cittadini insultano il Ministro Kyenge, solo pochi giorni fa Borghezio è stato espulso dal gruppo del Parlamento Europeo nel quale era iscritto proprio per alcune sue frasi nei confronti del Ministro.
Razzismo e la violenza nei toni nei confronti del Ministro sono sconvolgenti. Raramente si mette in discussione l’operato ma solo il colore della pelle. La Kyenge passa da essere avversario politico con il quale si può non essere d’accordo, a nemico.
La paura dell’altro spesso ha caratterizzato le campagne elettorali (e lo abbiamo visto anche nelle recenti elezioni amministrative), si attacca chi è diverso per paura, ma anche perché è un facile capro espiatorio.
Fa però riflettere un altro fatto. A Treviso, una delle più importanti roccaforti leghiste nel nord est, dopo quasi vent’anni di amministrazione leghista guidata direttamente, o indirettamente, da Gentilini, soprannominato lo sceriffo, viene eletto un sindaco di centro sinistra proprio contro Gentilini. Ma non solo, nel consiglio comunale entrerà anche Said Chabi, 22 anni, nato in Italia da una famiglia marocchina, il più votato nelle fila di Sel. Said rappresenta tutto quello per cui si batte lo stesso Gentilini e alcuni leghisti, immigrato di seconda generazione ma oggi italiano.
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