martedì 18 giugno 2013

Il caso Gambaro

POLITICA - Forse l’unica cosa chiara che abbiamo appreso in questi giorni riguardo al caso M5S-Gambaro è che non è vero che all’interno del MoVimento pensato da Grillo “uno vale uno”. Grillo vale molto di più di qualsiasi parlamentare, attivista o simpatizzante. La democrazia partecipata potrebbe  venir meno se il principio cardine, uno vale uno, sfuma.
Le accuse che i parlamentari muovono alla senatrice Gambaro è quello di aver tradito i principi del MoVimento, ma questo non è assolutamente vero. La Gambaro, durante l’intervista a Sky (Per riascoltare l’intervista della Gambaro: http://www.youtube.com/watch?v=Eq5x3RcDpEQ&feature=youtu.be&noredirect=1), parla del risultato delle amministrative, per lei molto modesto (si può essere d’accordo o no ma non va contro nessuno principio del MoVimento) e alla domanda sui motivi del risultato elettorale spiega: “Stiamo pagando i toni di Beppe Grillo, la sua comunicazione sbagliata che viene dal blog, questi post che lui manda un po’ minacciosi, e soprattutto l’ultimo che ha fatto sul Parlamento.” (anche in questo caso si può essere d’accordo ma i post di Grillo non sono il programma del MoVimento, nel Codice di Comportamento il blog non è il programma, basta leggere http://www.beppegrillo.it/movimento/codice_comportamento_parlamentare.php). La senatrice conclude spiegando che i post non sono concordati con i parlamentari e che non sono la linea politica del MoVimento.
Sempre nel Codice di Comportamento è scritto che: “I parlamentari del M5S riuniti, senza distinzione tra Camera e Senato, potranno per palesi violazioni del Codice di Comportamento, proporre l’espulsione di un parlamentare del M5S a maggioranza. L’espulsione dovrà essere ratificata da una votazione on line sul portale del M5S tra tutti gli iscritti, anch’essa a maggioranza.”
Quindi la Gambaro non paga perché non in linea con il MoVimento, al massimo si può criticare l’opportunità di rilasciare un’intervista pensando a come sono restii i parlamentari grillini a fermarsi davanti alle telecamere, ma sicuramente non si può accusare la senatrice di aver criticato le politiche del MoVimento ne tantomeno messo in discussione la linea politica, come hanno provato a sostenere i suoi colleghi accusandola di tradimento. la Gambaro paga, questo è evidente anche se i suoi colleghi non lo ammettono, le critiche a Grillo. Ammettere solo questo aspetto però equivarrebbe ad ammettere che Grillo è il vero leader politico, e non solo il megafono,  colui che detta il programma e la linea, venendo totalmente meno al principio “uno vale uno” e alla supremazia della rete.
Ora che la decisione sulla sorte della Gambaro è stata rimandata alla rete dove gli iscritti al MoVimento potranno votare se espellerla dal gruppo del senato, l’attenzione si sta spostando sull’onorevole Pinna, accusata, anche lei, di non essere in linea per un’intervista a La Stampa.

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