Dalla Storia: 12 dicembre 1969. Ore 16.37.
A quell’ora la Banca dell’Agricoltura a Milano doveva essere già chiusa, ma nella filiare c’erano ancora molte persone che attendevano il proprio turno.
Poi l’esplosione.
Morirono 14 persone sul colpo, altre tre nelle ore successive. I feriti furono un’ottantina.
Il clima in quegli anni era teso. Nei mesi precedenti si susseguirono una serie di attentati, molti sui treni. Ad essere incolpati furono gli anarchici di estrema sinistra. Ma, come si venne a sapere in seguito, quegli ordigni furono avevano una matrice di estrema destra.
Ma quella di piazza Fontana non era un attentato come gli altri. Da li prendono le mosse molti eventi che hanno cambiato radicalmente la storia della Repubblica italiana. È stato, come sostengono alcuni, l’inizio di quello che viene comunemente chiamata Strategia della Tensione.
Delle indagini si è scritto e detto molto. L’innocenza di Valpreda (un ballerino anarchico accusato e prosciolto per la strage), il coinvolgimento di Ordine Nuovo (formazione di estrema destra), quello di apparati dello Stato. La morte di Pinelli (anarchico caduto dalla finestra della questura di Milano durante l’interrogatorio), la campagna di stampa di Lotta Continua contro il commissario Calabresi, l’omicidio dello stesso Calabresi.
Il primo processo su Piazza Fontana inizia a Roma il 23 febbraio 1972, l’ultima sentenza sarà pronunciata il 3 maggio 2005 con l’assoluzione di Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni. Nel mezzo decine di processi. Un unico colpevole accertato, Carlo Digilio, reo confesso.
In un’intervista, il giudice milanese che condusse l’ultima istruttoria su Piazza Fontana, Guido Salvini ha detto: “Tutte le sentenze su Piazza Fontana anche quelle assolutorie, portano alla conclusione che fu una formazione di estrema destra, Ordine Nuovo, a organizzare gli attentati del 12 dicembre. Anche nei processi conclusesi con sentenze di assoluzione per i singoli imputati è stato comunque ricostruito il vero movente delle bombe: spingere l’allora Presidente del Consiglio, il democristiano Mariano Rumor, a decretare lo stato di emergenza nel Paese, in modo da facilitare l’insediamento di un governo autoritario.”
Aldo Moro, nel suo memoriale durante i terribili giorni del suo sequestro, scrisse: “La pista era vistosamente nera, come si è poi rapidamente riconosciuto. Fino a questo momento non è stato compiutamente definito a Catanzaro il ruolo (preminente) del Sid e quello (pure esistente) delle forze di Polizia. Ma che questa implicazione ci sia non c'è dubbio.”
Ma dopo 43 anni non c’è ancora una verità accertata.
La Cronologia della Strage di Piazza Fontana: http://archivio900.globalist.it/it/documenti/doc.aspx?id=30
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