Questa considerazione spinge tutti gli attori politici ad
accelerare le proprie mosse, o comunque a cambiare prospettiva non ritenendo
più praticabile un ritorno rapido alle urne.
Partiamo da Forza Italia. Uscito con le ossa rotte dalle
recenti elezioni europee, il partito di Berlusconi vive una fase di turbolenza
interna, in una lotta tra correnti figlia a mio parere della debolezza del
leader. Forza Italia non ha nessun interesse a tornare rapidamente al voto, ma
allo stesso tempo per non scomparire dal campo di gioco ha interesse ad
accreditarsi come interlocutore per le riforme. Un accordo a tutto campo con
Renzi sia sulle Riforme sia sulla Legge Elettorale permetterebbe a Berlusconi
di accreditarsi come persona che ha a cuore il bene del paese, e consentirebbe
al CentroDestra (discorso che vale anche per Alfano) di riorganizzarsi e di
recuperare credibilità in vista di future tornate elettorali.
Discorso simile per Grillo. Il Movimento ha avuto una batosta
elettorale, perdendo 3 milioni di voti e 4 punti percentuali. Non è da buttare
via il 21% conseguito, ma se si fa campagna elettorale al motto di vinciamo
noi, e se il leader promette di ritirarsi in caso di sconfitta e poi non lo fa,
questo risultato seppur buono viene percepito come una sconfitta.
Dopo aver provato in tutti i modi a negare la sconfitta e
dopo aver dato le colpe della sconfitta non a se stessi ma agli italiani, il
Movimento ha apparentemente cambiato strategia. La mia lettura è la seguente;
Grillo è per me totalmente incapace di un qualsiasi ragionamento utile al
paese, ma non è scemo. Sa che non può continuare a vita il giochetto del salire
sui tetti, del gridare oltrehitler, della opposizione che sa dire solo no,
specie di fronte ad un leader come Renzi che piaccia o no è comunque dinamico
ed abile nel vendere bene le sue iniziative.
Insomma Grillo, per paura di scomparire o di mantenere la
guida solo di un manipolo di Dibattisti pronti a dire W Grillo Bravo Grillo,
chiede di tornare in gioco nel tavolo delle riforme. I giornali hanno parlato
di apertura, a me sembra un ricatto. In sintesi M5S dice a Renzi, dacci i tuoi
voti di maggioranza, per far approvare una legge elettorale proposta da noi,
che siamo una minoranza. Inoltre, dopo aver fatto perdere un anno di tempo al
paese, e dopo aver rifiutato ogni proposta di dialogo (ricordo lo streaming
Renzi-Grillo col secondo che dice, ti do un minuto, non ho tempo da perdere con
te), ora M5S chiede fretta.
Immagino Renzi sia abbastanza furbo e scaltro da andare
all’incontro, ascoltare quello che il Movimento ha da dire, e poi dire,
scusate, ma potevate pensarci prima. Aggiungo anche che se per un anno chiami
il Premier Ebetino o Renzie, è poi difficile che tu possa sedere con
credibilità al Tavolo delle Riforme.
Veniamo a Sel. Non è di ieri una divisione tra una parte del
partito che guarda ad esperienze di sinistra più radicale (per capirci in
direzione Rifondazione), ed un’altra che guarda comunque al socialismo europeo
ed al Pd. Già Gavino Pala ha scritto rispetto alla Lista Tsipras ed alleprospettive dopo il voto, non mi dilungo
La novità di questi giorni è che la spaccatura è ufficiale.
Mentre Vendola e Fratojanni restano ancorati alla opposizione, Migliore ed
altri compagni di viaggio lasciano il partito dichiarando di fatto di guardare
al Pd ed al Governo come interlocutori credibili. Non credo che Migliore voglia
entrare al Governo, credo però voglia costruire una realtà di sinistra di
respiro europeo, a vocazione governativa e per questo non può fare a meno di
confrontarsi col Pd, partito di CentroSinistra, alleato con Sel in molte realtà
locali e attualmente espressione della quasi maggioranza degli italiani.
Nello specifico (e qui mi sbilancio, io sto con Migliore), i
fuoriusciti da Sel contestano il mancato appoggio al Decreto Irpef. In pratica
dice Migliore, come possiamo noi di sinistra opporci ad una norma che dà 80
euro al mese ai redditi bassi? Una delle norme più di sinistra approvate da un
Governo negli ultimi 20 anni?
Io vedo una netta demarcazione tra una sinistra radicale
capace di dire solo no, di dire io sarei più capace, io governerei così, ma
incapace di rendersi conto che lo spazio politico è limitatissimo e bene che va
se si raggiunge un 5%, del tutto inutile senza alleanza. Poi vedo la sinistra
di Migliore, che magari ipotizzo potrebbe anche costruire una casa comune con
Cuperlo e l’attuale minoranza Pd, per portare al Governo le istanze della
Sinistra, e per spostare l’asse attuale del Pd più verso sinistra. Insomma,
sapersi accontentare, essere dentro per cambiare e non fuori per urlare.
Mario Scelzo